Chi sono

Sono una pedagogista e fin dal mio  primo percorso universitario ho posto la mia attenzione di ricerca sulla famiglia; in quel caso si trattava di una famiglia che si trova ad affrontare la malattia del proprio bambino e che cerca “il suo” modo per vivere una fase della vita così delicata e difficile, contrastando i sensi di colpa e combattendo contro le paure e le incertezze sul futuro.

Da allora sul piano lavorativo sono sempre stata a contatto con le famiglie sviluppando progetti ed azioni che tengono al centro dell’attenzione il bambino o ragazzo e il suo sistema di relazioni.

La famiglia è una realtà che mi accompagna sempre, nella vita come nel lavoro e sono ogni giorno testimone di come non si possa parlare di “un modello di famiglia” cui tendere ma che è necessario parlare di “famiglie” al plurale. E’ importante superare il “mito della famiglia” basato su una visione ideale e stereotipata di una competenza che non può essere uguale per tutti.

Ho scelto di pormi di fronte a ciascuna famiglia e ad ogni esperienza senza pregiudizi, con uno sguardo aperto, eliminando etichette e categorie, posizionandomi sempre con un atteggiamento di incertezza, di curiosità e di scoperta, per soffermarmi e conoscere la particolarità di ogni storia, per riconoscere un’ “altra-competenza” diversa da quella che ci si aspetta di trovare; con un approccio che non vuole necessariamente trovare una spiegazione a quanto vissuto in passato o al problema portato, ma che accompagna la famiglia nella ricerca di  un modo nuovo per stare meglio nel futuro. Una soluzione che è la loro basata sulla loro storia e sulle loro risorse.

Anche quando mi occupo di apprendimento  propongo un percorso sul metodo di studio che non può prescindere dal sistema di relazioni del bambino (famiglia, scuola, studente) e dalle influenze che ogni appartenente al sistema ha su tutti gli altri.

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